L’errata percezione del rincaro del gelato

Acomag - errata percezione rincaro gelato di Marco Cavedagni

Pubblichiamo questo comunicato di ACOMAG, a firma del suo presidente l’ingegner Marco Cavedagni, per la puntuale e corretta risposta che offre alle speculazioni sui prezzi del gelato artigianale.

Buona lettura!

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Recentemente, un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano ha sollevato un gran clamore nel settore della gelateria, denunciando un rincaro del 30% dei prezzi del gelato negli ultimi tre anni. Marco Cavedagni, Presidente di ACOMAG, sente il dovere di commentare in maniera autorevole e amareggiata quanto emerso, chiarendo alcuni punti fondamentali che sono stati trattati in maniera fuorviante e parziale.

Dati Corretti ma Fuorvianti

“Innanzitutto, i dati riportati, pur essendo corretti, sono decisamente fuorvianti – spiega il Presidente Cavedagni-. L’articolo prende come riferimento per il gelato industriale solo le vaschette vendute presso la grande distribuzione, omettendo di menzionare i prezzi dei gelati di qualità venduti nei pubblici esercizi. Questo confronto è ingiusto e non rappresenta la realtà del mercato.
Ad esempio i prodotti su stecco di qualità si vendono rispettivamente a 50 € al Kg per i gelati a marchio Ferrero e 42 € per il marchio Nuii ( gruppo Nestlè ). Stiamo parlando di prodotti industriali di grande serie con una shelf life di tre mesi, confrontati con il gelato artigianale preparato e consumato in giornata, che venduto in coppetta ha un prezzo inferiore ai 30 € al Kg. Un confronto tra questi due prodotti rende superflui ulteriori commenti”.

L’Impatto del Turismo Straniero

Un altro punto criticato nell’articolo riguarda l’influenza del turismo straniero sui prezzi del gelato. Questo argomento è decisamente fuorviante, in quanto il turismo straniero ha un impatto culturale significativo, ma non incide in maniera rilevante sul mercato globale del gelato artigianale. Infatti, il gelato artigianale varia notevolmente da regione a regione. L’effetto del turismo straniero limitato a pochissime aree dove i prezzi di qualsiasi bene e servizio sono condizionati dagli affitti molto elevati.

Fattori Ignorati: Materie Prime e Manodopera

“L’articolo dimentica di considerare due fattori cruciali che hanno influenzato i prezzi del gelato negli ultimi anni – prosegue Cavedagni -. In primo luogo, veniamo da un lungo periodo senza rincari, e gli aumenti delle materie prime si sono innestati su una realtà economica già tesa, creando un potenziale esplosivo per i prezzi. In secondo luogo, il gelato artigianale richiede un alto contenuto di manodopera, e questa è diventata introvabile dopo l’emergenza COVID-19. La scarsità di manodopera ha portato a un inevitabile aumento dei costi, che si riflette sui prezzi finali del prodotto”.

Conclusioni

È evidente che l’articolo del Fatto Quotidiano e quelli usciti successivamente, pur basandosi su dati corretti, forniscono un’analisi parziale e fuorviante della situazione. Il rincaro del 30% in tre anni non è reale se si considerano tutti gli aspetti del mercato del gelato, in particolare la differenza tra prodotti industriali e artigianali e l’impatto della manodopera e delle materie prime. Come professionisti del settore, è nostro dovere fornire un quadro completo e accurato della situazione, evitando generalizzazioni e confronti inappropriati che possono fuorviare i consumatori e danneggiare la reputazione del nostro lavoro.
Una maggiore trasparenza e una migliore informazione sono fondamentali per evitare equivoci e per valorizzare adeguatamente il gelato artigianale, un prodotto che rappresenta un’eccellenza della nostra tradizione culinaria.

Ulteriori informazioni su www.acomag.it

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